Ultima modifica: 2 Luglio 2018

E-Safety Policy

 

Il 18 giugno 2017, dopo quattro anni di lavori parlamentari, è entrata ufficialmente in vigore la legge 71/2017 contro il cyberbullismo. Perché, si sa, ormai sempre di più i soprusi tra i minori invadono lo spazio virtuale con messaggi, immagini e video spregievoli che corrono sul web grazie agli smartphone. L’obiettivo, antico, è sempre quello: ferire, escludere, diffamare, ridicolizzare qualcuno. Adesso è chiamato “cyberbullismo”.

A farne le spese, fra le tante vittime, ci fu Carolina Picchio, la studentessa di 14 anni, che il 5 gennaio 2013 si tolse la vita lanciandosi dalla finestra della sua abitazione di Novara, quartiere Sant’Agabio. Mesi prima, alcuni ragazzi dopo averla fatta bere, avevano mimato atti sessuali nei suoi confronti, riprendendo le scene con il cellulare e pubblicando tutto su un gruppo di Whats’App. La ragazza, bella, intelligente, sportiva e carismatica, trovò la sua pagina Facebook invasa di insulti. Era forte, Carolina. Ma quello era troppo anche per lei. E si gettò nel vuoto. Quella morte scosse la comunità e l’opinione pubblica. E spinse il padre, Paolo Picchio ad impegnarsi per raccogliere il messaggio lasciato dalla figlia: “Le parole fanno più male delle botte”.

Elena Ferrara, novarese, era l’insegnante di musica di Carolina alle scuole medie di Oleggio. Oggi, senatrice, è la prima firmataria della legge «a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo».

 

E-Safety Policy II Circolo Didattico Ciampino